Descrizione
Sergio Chiatto raccoglie lodevolmente in volume questi saggi e interventi di varia umanità, nati da un bisogno autentico di investigare il passato della nostra terra, alfine di coglierne momenti di singolare esemplarità su cui proficuamente riflettere oggi.
Ognuno di questi contributi ha coinvolto un uditorio qualificato o ha visto la luce su quotidiani calabresi di significativa rappresentatività.
Sergio Chiatto è un ricercatore innamorato dell’argomento che affronta, sia che si tratti di delineare la storia di tante comunità sia che occorra mettere a fuoco uomini di notevole statura, talvolta immeritatamente sull’orlo dell’oblio. Le ricerche d’archivio, le letture importanti e la consultazione di testi ormai lontani nel tempo sono la base di lavori che hanno il nobile obiettivo di illuminare un paese, “un momento storico”, una situazione, una persona.
Ricerche e letture come vita, come “pane”: autentiche e diuturne frequentazioni. I libri! Giocano un ruolo centrale nell’attività di Sergio Chiatto. Ne “Un ricordo di Gustavo Valente” leggiamo questa pagina rivelatrice:
<<[…] uscimmo alla volta di una vicina pizzeria, non prima però di aver dato una rapida occhiata alle sue stupende stampe dell’amata Calabria e a quella sua incredibile libreria, monumentale e ricca di umanità, come il personaggio del resto, quasi un suo biglietto da visita, dove chiaramente era impresso il carattere dell’uomo di cultura, vasta e non ostentata, quindi di cultura autentica, sempre aperta a nuovi nutrimenti>>.
Vi è in ogni relazione il palpito della scoperta o della riscoperta e si coglie nell’autore l’atteggiamento del ricercatore di razza, il quale, quando si imbatte in qualcosa di importante o curioso, non vede l’ora di condividere quanto trovato con amici e persone colte, sempre consapevole, però, che nel campo della ricerca non si arriva mai alla fine. Sergio Chiatto dinanzi ad ogni documento si dispone in spirito di prudenza ed equilibrio, senza azzardi o proclami sensazionali. Motivo dominante, quasi una malinconia di fondo, è la consapevolezza di un destino assai triste, comune alla quasi totalità dei centri abitati calabresi: la stragrande maggioranza dei nostri avi ha dovuto lottare solo per una grama esistenza!
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