Descrizione
Questa nuova opera, una sorta di amarcord di intense sensazioni ed emozioni, è un continuo rovistare tra le pieghe più profonde delle sue ricordanze. Il contenuto non risulta mai menzognero, perché alieno da quel convenzionalismo che, barattando “l’arte per l’arte” con “l’arte per la vita”, induce a raccontare storie farisaicamente accattivanti, sì da motivare l’acquisto di un libro. Al contrario, il nostro autore ci presenta, solo e soltanto, una serie di fatti e circostanze realmente e interamente vissuti sulla sua pelle. È un racconto autobiografico, che narra la vita dell’autore nella sua duplice veste di bibliotecario e calciatore, e non solo. Due attività chiaramente dicotomiche, che Raffaele riesce a far convergere e interagire con sicura efficacia perché, l’una e l’altra, portatrici di sani valori culturali e sociali. In questo lavoro, tuttavia, rispetto al numero di pagine, la seconda, rimane nettamente prevalente sulla prima, giacché anteriore di almeno un decennio, pertanto, più ricca di episodi da raccontare. Il fluire della sua vita di calciatore-allenatore è, infatti, suffragato da un gran numero di circostanze, che egli ci presenta con esattezza di dati e minuziosità di particolari. Di ogni singola partita, è riportata una rigorosa cronaca: località, data, allenatore, formazione, prepartita, arbitro, sostituzioni, risultato, marcatori, classifica; il tutto corredato sempre da una immancabile foto che immortala l’evento.
Tanti sono gli aneddoti: alcuni carichi di goliardici momenti di insieme, altri un po’ bizzarri, altri ancora al limite della liceità.
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