Descrizione
L’opera di shrîkânt Vermâ è autobiografica: è il risultato delle esperienze personali sullo sfondo degli avvenimenti che coinvolgono l’intera società. In esse dominano lo scoraggiamento, l’angoscia, il dolore, l’aggressione, il cinismo, la paura, la morte, fino al punto che i personaggi dei miei racconti e del mio romanzo sono soli anche quando amano, sono incapaci di dedizione, atterriti. «Il corteo funebre», è anche essa una storia d’amore, ma decisamente diversa dalle altre – forse senza eguale, per la sua natura originale, nel panorama letterario mondiale. Tratta dell’amore platonico di un uomo per una donna, la quale non può corrispondere, prima perché non ne è a conoscenza, poi perché muore. ma l’uomo riesce lo stesso a coronare il suo sogno d’amore, nei limiti estremi che gli vengono consentiti dalle circostanze.
Il racconto è scarno e semplice. È narrato quasi superficialmente, senza pensieri profondi ed espressioni incisive. Nell’originale lo stile è volutamente non molto curato, e la forma grammaticale subisce qualche strappo alla regola, come l’uso delle posposizioni a mo’ di suffissi anche coi sostantivi. Ciò che conferisce forza all’originalità della storia è la descrizione realistica della vicenda, dall’inizio alla fine: un realismo fine, delicatamente seducente, che raggiunge la sua massima espressione nei momenti in cui l’erotico si sposa col pudore e il ribrezzo con la tenerezza.
È un racconto di scorrevole lettura, che facilmente rimane impresso. Per la sua originalità, Shavyâtrâ può certamente definirsi una piccola gemma della letteratura hindi.
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