Descrizione
Fatta eccezione dei pochi atomi generati negli acceleratori di particelle, l’antimateria risulta sostanzialmente assente nel nostro universo fisico. La scomparsa di essa, simmetricamente contrapposta alla materia negli attimi immediatamente successivi al Big Bang, è il grande mistero che ha consentito la nascita e lo sviluppo del cosmo, evitando l’annichilazione. Dove sia finita l’antimateria è indagine di grande interesse scientifico e tante sono le ipotesi avanzate. Dissolta nel nulla?
inverosimile. Rifugiata in qualche remoto angolo di quello stesso universo
da cui di fatto si è dovuta dissociare? improbabile. Più plausibile una sua contrazione in ambiti ultrafisici, per così dire interni all’universo fisico, al fine di consentire una gestione della simmetria in modi intelligenti ed armonici, anziché caotici e distruttivi. In pratica, due livelli connessi e disgiunti – uno sincronico e l’altro diacronico – della vita universale: Quiete ed Azione, Essere e Tempo, opposti e distinti, ma in relazione armonica tra di loro.
Antimateria, dunque, come stato coscienziale profondo, in rapporto con lo spaziotempo, ma svincolato dalle leggi spaziotemporali. E’ tesi condivisa, in fisica quantistica, che esiste una sorta di precedente originario dello spaziotempo, e dunque della materia tutta, da cui proviene l’intera realtà universale. “It from bit” (“la realtà origina dall’informazione”): così il fisico J.A.Wheeler (1911-2008), volendo significare che ogni oggetto del mondo fisico ha una propria sorgente immateriale.
La teoria dell’ordine implicito (implicate order), sostenuta da David Bohm (1917-1992), professore di fisica teorica e collaboratore di Einstein, poi ripresa e sviluppata da altri (in particolare K. Pribram nel campo delle neuroscienze), afferma che la realtà fenomenica, ordine esplicito (esplicate order), non sia altro che il prodotto di una realtà più profonda alla base dell’intera vita universale, rispetto alla quale ciò che percepiamo con i nostri sensi, sarebbe pura e semplice illusione.
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