LA CASA DELLA REGINA

Descrizione

Franco Michele Greco in questa sua La Casa della Regina: storia della Motta di Dipignano tra spade aragonesi e benedizioni vescovili, intende recuperare alla memoria collettiva, la coscienza/conoscenza a cui prima si faceva cenno, la storia di un luogo/non luogo di Dipignano. È molto chiaro, come apparirà al lettore in molti passi del libro, che attraverso le vicende della Motta, luogo urbano dove è custodito il singolare affresco di cui qui si vuole maggiormente discutere con attenzione, ha raccontato, come scrive egli stesso, “momenti significativi della storia di Dipignano“. Per far questo è ricorso a un ampio ventaglio di indagini che, oltre a documenti archivistici, coinvolgono anche studi linguistici e di “tradizioni popolari orali trasmesse di generazione in generazione” che, come l’autore avverte, di questi racconti “certamente non tutto deve essere considerato come fondato, ma alcune interessanti scoperte si sono avute a seguito di conversazioni con gli anziani”. È un modo di far storia del tutto particolare che ha grandi e illustri precedenti. Quando ci si imbatte in una ricerca di Franco Michele Greco, siamo sul fronte storico della ricerca antropologica in cui ogni documento archivistico, di tradizione e ogni documento materiale, come si diceva, concorre alla ricostruzione di un vicenda o di un luogo.

Il luogo/non luogo di Dipignano dove si incentra la vicenda ricostruita dall’autore è la Motta, già da sé toponimo significativo che richiama i fortilizi medievali, dove, tra importanti ruderi, si erge la chiesa di S. Giovanni Battista, anche questa dedica è un elemento importantissimo per la storia della comunità.