Descrizione
La memoria storica non è una semplice rappresentazione di fatti e avvenimenti che si esplicitano in momenti storici caratterizzanti una comunità; spesso sono, invece, uomini e donne che incarnano
en plein le circostanze, le azioni e gli eventi, finanche le contraddizioni e i paradossi di un’epoca. Si tratta di persone di cultura, di letterati, di artisti e di politici, ma anche di uomini di chiesa, religiosi
e sacerdoti che mantengono vivi, con la propria testimonianza, ideali e pensieri. Negli ultimi anni si sono sviluppati numerosi studi riguardanti religiosi e sacerdoti che hanno avuto ruolo e importanza all’interno delle dinamiche storico-politiche, dei cambiamenti sociali e dell’evoluzione culturale; uomini che con una spiccata e peculiare personalità hanno inciso e segnato un territorio,
la comunità e la sua cultura, in Italia come nel Mezzogiorno. Anche nell’area cosentina sono state molte le personalità forti e influenti, soprattutto del XX secolo (un secolo le cui novità furono approntate dalla storia e incisero in modo significativo anche sulla vita del clero). Tra essi sicuramente è don Pasquale Filosa, sacerdote, nato ad Aprigliano a inizio Ottocento.
Si deve all’autore la scoperta di don Pasquale quale letterato, politico e religioso; egli presenta la figura del sacerdote, la sua formazione, il suo ruolo pastorale e sociale, la sua attività, l’evoluzione
della sua fisionomia e la collocazione come persona attiva nella società, prima che come individuo, evidenziando la caratteristica di uomo di lettere avvezzo all’uso della parola come mezzo di climax
letterario, religioso, politico e politicizzante.
Pasquale Filosa fu una figura controversa e discussa, al centro di polemiche e coinvolta nel tourbillon degli eventi politici e sociali che segnarono il passaggio da un’epoca di restaurazione alla nascita di una nazione. Attraverso l’analisi delle produzioni letterarie, ampiamente legata all’interno dello studio della personalità, la cui figura assume quasi un valore di “atto sociale”, l’autore crea un’immagine della persona e del pensiero, evidenziando, attraverso le opere, la forza della parola lirica come rappresentazione e condizione necessaria per le sue vicende umane e religiose.
Si tratta di un lavoro di carattere locale che coglie quegli eventi storici che caratterizzarono la vita del sacerdote. L’autore, con maestria e precisione, ricostruisce l’ambiente religioso, culturale e politico in cui è nato e si è formato, facendo uso della documentazione, reperita con bravura nelle biblioteche pubbliche e private e negli archivi ecclesiastici, creando un progressivo itinerario che va dalle fonti seriali alle opere pubblicate come fonti privilegiate per ricostruire la figura del sacerdote apriglianese. Tutta la narratio dell’autore si focalizza lungo una parabola della personalità di don Filosa che si evolve dalla consacrazione quasi forzata fino ad arrivare al pentimento sincero e sfociare nella piena e totale conversione. Indubbiamente la storia locale è una risorsa insostituibile per la formazione dei giovani di un territorio; è indispensabile alla comprensione delle conoscenze storiche e del concetto di storia come attività conoscitiva. La storia non è lettera morta, ma vive e ci accompagna ogni giorno, nelle vie che percorriamo, lungo le strade che calpestiamo e sulle quali, prima di noi, sono passate altre generazioni.
Avere coscienza della storia è fondamentale per capire il presente e costruire il futuro. E questo viaggio nella conoscenza della storia locale lo facciamo grazie all’autore che, da sempre, ci accompagna con studi e ricerche sulla sua comunità e su personalità forti, carismatiche e autorevoli.
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