TERRITORIO E PROPRIETARI A SANTA SOFIA D’EPIRO TRA ‘500 E ‘900 di Giuseppe Baffa

Categoria:

Descrizione

Una delle indagini contemporanee più frequenti è analizzare l’antico paesaggio calabrese. Per fortuna, l’esistenza di documenti coevi, come gli atti notarili e,
soprattutto, il catasto onciario, permettono agli studiosi di conoscere il paesaggio urbano ed umano delle piccole e grandi comunità. Tra questi, Giuseppe Baffa, che, da
fine ricercatore qual è, ha arricchito il presente lavoro con altra documentazione,reperita tra archivi comunali e privati, che, seppur a più facile portata di mano, non
sono facilmente ottenibili, per la diffidenza dei funzionari amministrativi e la gelosia umana. A volte però avviene il contrario, come in questo caso, e così il prodotto
culturale che ne deriva si rivela interessante e utile per comprendere i vari passaggi che hanno connotato lo sviluppo urbano della ridente cittadina di Santa Sofia
d’Epiro.
Sin dall’VIII secolo, gran parte dei paesi calabresi fu sottoposta alle angherie dei Saraceni che, affacciatisi alla riva dello Jonio, si riversavano sui centri abitati,
facendo razzia delle popolazioni, costringendole ad abbandonare le proprie case e trovare luoghi più interni e meno accessibili. È singolare, però, che a volte era la
stessa popolazione, che, oppressa dai gravami fiscali, attendeva di essere rapita e portata via dai pirati, nella convinzione che avrebbe avuto maggiore possibilità di
alimentarsi. Scrive a questo proposito Dionisia Russo Krauss che “la miseria delle popolazioni calabresi era tale che, non di rado, all’avvicinarsi alla costa delle navi corsare,
numerosi servi di feudo, piuttosto che rifugiarsi all’interno scendevano alle marine per farsi imbarcare come schiavi”.
Un validissimo baluardo di difesa fu la cinta muraria, costruita attorno alle città. Ma, se la fortificazione era stata necessaria per difendersi da scorrerie e
aggressioni, a partire dal XIV secolo, con l’arrivo degli albanesi, la motivazione fu doppia. Infatti, se le incursioni saracene continuavano con uguale intensità,
costringendo le popolazioni ad abbandonare tutto e insediarsi in altri luoghi, come avvenne per quella di Palazzo nel 1547, le comunità albanesi furono obbligate dalle
autorità governative a dotarsi di cinta muraria, per evitare che fossero i nuovi profughi ad uscire dal centro abitato per dedicarsi a latrocini e rapine a danno dei
centri abitati circostanti.
Anche la comunità di Santa Sofia si dovette dotare della cinta muraria e qui si innesta il lavoro di Giuseppe Baffa, che da storico competente e consapevole della
necessità di conoscere i meccanismi umani e sociali della sua comunità, indaga e scopre frammenti di vita e di costume.
Dopo una serie di elementi e dati storici relativi alla cinta muraria, la narrazione dell’A. continua con la descrizione dei quartieri, delle abitazioni e delle
famiglie.
Il centro urbano, da un insieme di tuguri, costruiti con paglia impastata con fango, nel corso del tempo è passato a tecniche abitative sempre più simili a quelle
calabresi. Infatti, già alla fine del Cinquecento, i cittadini sofioti chiesero di poter costruire case in muratura e così le dinamiche urbanistiche trasformarono il
paesaggio.
L’autore, descrivendo case e palazzi, accanto a nomi di artigiani e piccoli imprenditori agricoli, non manca di ricordare quelli di sacerdoti, notai e poeti, come
Stefano Pasquale Baffa, uomini di cultura, come il linguista Pasquale Baffi, impiccato 3 nella piazza napoletana, in occasione della Repubblica Partenopea, e Francesco
Bugliari, il vescovo-presidente del Collegio di Sant’Adriano, ucciso dai briganti di Coremme a colpi di pugnale.
Successivamente, l’A. passa in rassegna le strutture portanti del suo paese, che dalle origini ai giorni nostri hanno modificato il paesaggio urbano, passando infine a
una carrellata di emergenze naturali e architettoniche esistenti nel territorio extraurbano, come torrenti, fontane, manufatti, contrade e le fonti onomastiche e
toponomastiche.

Recensioni

Ancora non ci sono recensioni.

Recensisci per primo “TERRITORIO E PROPRIETARI A SANTA SOFIA D’EPIRO TRA ‘500 E ‘900 di Giuseppe Baffa”

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *