Descrizione
Aderendo pienamente alla tradizione Aiku, a livello sia formale (5-7-5 sillabe) sia concettuale, Franca Doriguzzi ci coinvolge nella sua intima relazione con il mondo della natura. Una corrispondenza calda e sincera fatta di sguardi discreti ma al tempo stesso penetranti sulle piccole cose che ci circondano, inezie che disvelano valori importanti ad un subitaneo cambio di prospettiva. È come il saliscendi di un’altalena che dal particolare ci riporta all’universale e viceversa. Un gioco incrociato di osservazioni in cui l’autrice intende cimentarsi in prima persona, a dimostrazione di una spiccata capacità a calarsi, senza reticenze, nel profondo del proprio sentire. Una poesia del cuore prima che della ragione, e che tuttavia non rinuncia a fare i conti con gli squilibri, anche dolorosi, insiti nel quotidiano. Comunque sia, a mitigare le scene anche più cupe (“Onde suicide”), c’è sempre la svolta felice e fiduciosa (“su scogli accoglienti. Eppur rinascono”). Un ottimismo che è il riflesso di una fede nell’eterno perpetuarsi del ciclo della vita, di cui la malattia o la morte, ne è solo un contingente, sopportabile, episodio. In diversi componimenti il richiamo alla vivacità della natura si arricchisce di suggestioni oniriche e metafisiche (“Impressi nel legno, anelli di memoria. Eco nel bosco.”). Quasi un mondo mentale parallelo creato dall’autrice per dare maggiore densità a quello che scaturisce dalla propria indagine del quotidiano. Ma di queste complesse interpolazioni fra natura e psiche, sulla carta non ne rimane che l’effetto semplice e struggente che va dritto, senza calcoli, all’animo del lettore. Come se l’autrice camminando in punta di piedi sul proprio sentiero intendesse preservare l’incanto suscitato con la penna, come una amorosa mater naturae.
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